maggio 2013
Mauro Loy: Nei mercati rionali il futuro del commercio alimentare
Con consumatori sempre più attenti alla qualità, alla freschezza del prodotto, al consiglio dell’operatore e sempre più attratti da un commercio di prossimità, per i mercati rionali si aprono importanti occasioni di crescita che si traducono tuttavia in altrettante sfide di rinnovamento e valorizzazione dell’offerta proposta. Mauro Loy lo ha spiegato chiaramente nel suo secondo intervento al Big&Small Flash di Roma, proponendo anche una sintesi efficace della ricerca realizzata da Methos sul tema “La piccola e media distribuzione alimentare a Roma. Scenari e prospettive”.
I mercati giornalieri a Roma fanno contare 5mila posteggi fissi e coprono una quota di mercato alimentare del 20,5%, attestandosi quindi al primo posto nella catena dei freschi. “Se si considera quindi un fatturato medio annuo, per ciascun esercente, di 120mila euro – ha spiegato Loy – moltiplicato per i 113 banchi che compongono mediamente un mercato romano, si ottiene un fatturato standard di 13milioni. Una cifra enorme che dimostra come i mercati attraggono tanti, tanti clienti. Considerato poi il dato secondo cui il consumo medio per persona, nel settore dell’ortofrutta, ammonta a 320 euro l’anno, risulta evidente come le possibilità di crescita siano numerose”.
Secondo la ricerca effettuata da Methos e condotta, grazie alla collaborazione del Consorzio Rivenditori al Dettaglio, su un campione di 20 mercati, per un totale di oltre 600 interviste, l’83% dei banchi dei mercati romani è a gestione familiare. Il 30% delle attività ha da 1 a 5 anni, il 17% dei venditori è attivo dai 5 ai 10 anni, un altro 15% conta tra i 10 e i 20 anni, mentre il restante 37% ha una storia imprenditoriale di più di 20 anni. Il 90% degli intervistati si è dichiarato inoltre, soddisfatto dell’offerta che propone e, secondo i venditori, il prezzo conta per il 51% nella motivazione d’acquisto, la qualità è al 33%, mentre il consiglio del commerciante incide per il 16% nella scelta del consumatore.
Interessanti sono anche le considerazioni sul possibile miglioramento dell’offerta. Come illustrato da Loy, infatti, il 39% degli intervistati non ritiene necessario alcun intervento di miglioramento e un altro 19% è soddisfatto dello stato attuale. Per una maggiore competitività, secondo la maggioranza dei rivenditori al dettaglio, sarebbe invece necessario migliorare i servizi, in particolare per quanto riguarda i parcheggi destinati alla clientela.
“Emerge chiaramente – ha spiegato Loy – che non c’è la percezione generale della necessità che a funzionare sia il format mercato, che deve rispecchiare quelle caratteristiche che oggi sono più che mai importanti: il valore del prodotto, il vicinato e la possibilità di avere un buon consiglio dal venditore”. Veri e propri assi nella manica degli operatori dei mercati che devono essere assolutamente messi in gioco anche per contrastare la crisi economica che, sempre secondo l’indagine Methos, ha determinato la diminuzione di clienti per il 41% degli intervistati, la contrazione dello scontrino medio per un altro 20% di esercenti ed un calo sia dei clienti che dello scontrino medio per un altro 14% del campione.
«I punti di forza dei marcati rionali, a Roma come in tutta Italia – ha concluso Loy – sono evidenti: la qualità dei prodotti, la riconosciuta professionalità degli operatori, la freschezza, la convenienza, il vicinato, il legame col territorio. Dalla nostra indagine emergono tuttavia anche seri fattori di debolezza: il mancato ricambio generazionale della clientela, la presenza di logiche individualiste e non di sistema, la carenza, nella gran parte dei casi, di un’identità specifica del mercato, un’offerta omologata e ripetitiva, orari non in linea con gli attuali stili di vita e una carente comunicazione del format mercato. È evidente inoltre un forte disorientamento della categoria e un aumento della concorrenza sia verticale che orizzontale, con 907 negozi di vicinato di frutta e verdura arrivati alla seconda generazione. Per i mercati si è quindi a un bivio tra dinamismo evolutivo e staticità acquisita, una scelta posta in modo chiaro e ancor più pressante dall’affermazione del fenomeno della “moderna prossimità”. È necessario in particolare abbandonare logiche individualistiche e lavorare alla costruzione e definizione dei vari format in base all’esplicita vocazione e identità di ciascun mercato».
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