novembre 2013
Esportare per crescere: la lezione di Italia’s food talent a Montecatini
Esportare per crescere: è questo il messaggio di “Italia’s food talent”, evento tenutosi venerdì 8 novembre a Montecatini Terme, organizzato dall’osservatorio Big&Small.
«L’export è una speranza fondamentale per molte aziende dell’eccellenza italiana – ha dichiarato la giornalista di Ansa Alessandra Moneti – Il made in Italy infatti attira e attira molto i consumatori del mondo.
Prodotti come il vino italiano, ma anche più ricercati come il tartufo bianco, sono inoltre forti attrattori di turismo enogastronomico». Per promuoverli e quindi per aprire nuovi e importanti mercati alle Pmi è quindi fondamentale la ristorazione italiana all’estero.
Da questa considerazione nasce il libro “Ci salveranno gli chef” scritto da Moneti insieme a Denis Pantini di Nomisma. «Abbiamo osservato che i mercati dove si esporta di più – spiega Pantini – sono quelli dei paesi nei quali c’è maggiore presenza di ristorazione italiana e anche di residenti italiani, ossia dove ci sono veicoli di diffusione della nostra cultura alimentare».
A confermare questo legame tra cultura e domanda di prodotti del Belpaese è stato Bruno Colucci di Carniato Europe, azienda che da 30 anni esporta e distribuisce agroalimentare italiano in Francia. «Abbiamo portato oltralpe le nostre eccellenze – ha dichiarato Colucci – e i francesi, nonostante la storica diffidenza e l’attaccamento ai propri prodotti agroalimentari, stanno comunque riconoscendo la qualità del cibo italiano, soprattutto dei formaggi e del vino». A testimoniarlo i numeri: Carniato distribuisce in Francia 2mila 500 prodotti per un fatturato di 57 milioni che è in aumento nonostante la crisi. Per esportare insomma è necessario informare, far conoscere e soprattutto portare il prodotto in modo efficiente e organizzato. Esattamente come fanno alcuni grandi distributori americani.
«Negli Usa ci sono degli store – ha dichiarato il presidente di Popai Italia, Daniele Tirelli – che propongono nei loro scaffali fino a 900 diverse varietà di specialità italiane, specialità difficili da trovare persino a Milano. Specialità che tra l’altro vengono offerte in ambienti che ricreano l’italianità con musica e immagini e che quindi permettono di fare un vero e proprio viaggio in Italia, puntando sul forte legame tra territorio e prodotto. I produttori e i distributori più bravi trovano quindi delle risposte più che soddisfacenti in America. Per esportare è quindi necessario organizzarsi e utilizzare strumenti adeguati».
Strumenti che sono anche quelli finanziari dei quali ha parlato Valerio Valla, founding partner di Studio Valla. «Le risorse strutturali dall’Ue ci sono – ha dichiarato Valla – anche se spesso l’Italia risulta in perdita rispetto al contributo che assicura a Bruxelles. Tuttavia anche per questo è necessario cogliere tutte le opportunità possibili, cosa che soprattutto le piccole imprese faticano a fare, perché non hanno la capacità di intercettarle o addirittura non sono a conoscenza della loro esistenza».
Accompagnamento all’internazionalizzazione, sotto tutti i diversi aspetti, è quello di cui le Pmi hanno bisogno per crescere nei mercati esteri e proprio questa è la mission che si pone il sistema UnicaItalia, come ha spiegato Mauro Loy, ideatore di Big&Small e marketing manager di Methos. «La nostra attenzione è rivolta soprattutto alle aziende più piccole – ha dichiarato Loy – che sono anche quelle che trovano maggiori difficoltà a uscire dai confini nazionali».
UnicaItalia e le strategie e gli strumenti per l’internazionalizzazione e la crescita verranno presentati a Roma il prossimo 26 novembre, alla sesta edizione di Big&Small dal titolo “Dedicato al futuro”.
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