maggio 2013
Dai 3 kg alle 3 mele: Mauro Loy, occorre cambiare modello di sviluppo
Con l’esempio del consumatore che dall’acquisto di tre chili di mele passa all’acquisto di tre mele, Mauro Loy, Marketing Manager di Methos, spiega in modo molto efficace come stanno cambiando i consumi in questo tempo di crisi. I dati parlano chiaro: l’ipermercato, nel solo 2012, ha perso il 2,7%. «Le strutture commerciali di 9mila o 10mila metri – spiega Loy – che permettono di trovare tutti i prodotti insieme sotto lo stesso tetto e dove si fa una spesa con uno scontrino medio di 300 euro stanno terminando la loro corsa».
Non va molto meglio al supermercato, la struttura media da 600/1.000 metri quadrati, che cresce a ritmi fortemente decrescenti, con un + 2,7% del 2011 che è sceso a un + 0,6% nel 2012. Il commercio di prossimità cala praticamente a picco, scendendo dell’1,5% nel 2011 e del 2,7% nel 2012 e anche il discount, seppure continua a crescere, frena significativamente, passando dal + 7,5% del 2011 al + 4,3% del 2012.
Insomma il commercio tradizionale subisce fortemente la crisi economica di oggi e il moderno imprenditore, per superare in modo efficace le sfide che gli vengono poste, deve inventare un nuovo modello di sviluppo. L’imperativo è dunque efficacemente indicato da quel “Restart the system”, il titolo del libro che raccoglie i risultati delle analisi sui nuovi modelli economici, portate avanti nel corso dell’edizione 2012 di Big&Small.
«Oggi il consumatore spende meno, ma meglio – spiega ancora Loy – è sempre più attento a quello che acquista e rinuncia al superfluo. L’utente ha capito che la spesa dell’ipermercato comporta un risparmio effimero, con sprechi stimati, fino allo scorso anno, in 117 euro procapite. Siamo quindi alla fine del pacco scorta e del 3×2».
Stiamo andando dunque verso un moderno frugalismo che si traduce anche nella riscoperta del vintage e nel recupero del cibo, attuati rispolverando la borsetta della nonna e portando a tavola il polpettone. Un fenomeno, secondo quanto emerso dall’analisi di Methos, che è trasversale e che non riguarda quindi solo le fasce sociali economicamente più deboli.
Adeguare l’offerta a questa rinnovata domanda non può tuttavia prescindere dal dato che vede l’agroalimentare, e la filiera che lo interessa, rappresentare ancora in Italia il 16% del Pil. Importante è anche osservare come, nella penisola, a fronte di un calo demografico, il livello dei consumi si è mantenuto grazie alla presenza crescente di extracomunitari, presenza che ha tuttavia comportato significativi cambiamenti nella qualità dei consumi stessi, con il mercato del kebab che ha intaccato quello della porchetta.
Da tenere presente è anche che l’Italia sta diventando un paese di importatori e trasformatori. A testimoniarlo è la perdita, negli ultimi 30 anni, di tanto terreno agricolo quanto una Regione come la Calabria.
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